Fino a 3 secoli fa il Quartiere dei minatori ospitava baracche ammassate, fogne a cielo aperto, rifiuti, sporcizia e ogni sorta di criminali. A parte la via principale pattugliata dalle guardie cittadine nessuno si avventurava tra i vicoli e le baracche del quartiere. Questo era il luogo dove i minatori di Iadera vivevano con le loro famiglie e nel quale sarebbero vissuti fino alla morte. Nel corso dei secoli le vene auree terminarono e la città non ebbe più bisogno di minatori. Il quartiere è stato raso al suolo da incendi più volte nel corso degli anni, alcuni dei quali ordinati dagli stessi Conti con lo scopo di purificare e riordinare il quartiere. Un cinta muraria interna che divide il quartiere dai vicini si narra sia stata costruita con lo scopo di arginare le fiamme. Tre secoli fa il quartiere fu pesantemente ristrutturato e dotato di fogne poiché le continue malattie che da esso si propagavano erano un rischio per tutta la città. Con la ristrutturazione il quartiere si riqualificò e il divenne luogo di lavoro per molti piccoli artigiani. Con l'ascesa in cielo di Iadera il quartiere divenne la sede produttiva dell'Argon con tutti i nessi e connessi della vicinanza dello stabilimento.
Conseguenze dell'Argon
Iadera salì in cielo nel 4NE e rispetto ad altre città volanti la sua scesa non fu pianificata con cura. Le torri di sollevamento furono issate in fretta e furia e così lo stabilimento dell'argon fu costruito nel quartiere dei minatori senza troppe precauzioni. A causa di ciò l'incidenza dell' Argonite tra la popolazione non lavorante dello stabilimento, è più alta che in altre città imperiali umane.
Con il tempo lo stabilimento fu messo in sicurezza ma il danno oramai era stato fatto.
Stabilimento dell'Argon
E' un complesso facilmente individuabile dall'alto essendo composto da 4 grandi magazzini circondati da un'alta palizzata in muratura. In parte lo stabilimento è anche sotterraneo, ma la parte esterna è maggiore della parte interrata. Nel corso degli anni sono stati costruiti dei tunnel sotterranei dotati di binari per fornire di argon le torri di sollevamento cittadine, mentre nei primi anni di ascesa l'argon veniva trasportato lungo le vie cittadine.
Lo stabilimento è sorvegliato da guardie d'elite mentre al suo interno vi lavorano prigionieri e golem di carne come nella migliore tradizione imperiale (non esistono carceri a Iadera per lunghe detenzioni, la pena si sconta lavorando nelle torri di sollevamento o nello stabilimento dell'Argon rimanendo esposti inevitabilmente all'Argon). La sorveglianza fuori dallo stabilimento è molto alta e la paura dell'Argonite aiuta a tenere i malintenzionati lontani.
Le corporazioni di Iadera
La casa delle corporazioni è il palazzo più caratteristico e bello del quartiere. Il portico esterno è il luogo della chiacchiera dove artigiani e mercanti si scambiano le informazioni. Il giardino interno simile ad un chiostro è chiamato il giardino delle arti e al suo centro è posta una statua di una artigiano intento a lavorare un vaso. Nel palazzo trovano alloggio le corporazioni degli artigiani di Iadera, unitesi per ottenere più peso politico presso il consiglio cittadino. Il presidente delle corporazioni è Osvaldo Moro (umano borghese anziano Str13 LN) una vecchia volpe che è riuscito ad intrecciare rapporti con tutti coloro che contano a Iadera. Qualcuno teme che le sue mani siano sporche di sangue e non è visto di buon occhio da tutti gli artigiani, però i successi ottenuti sono evidenti e da quando lui guida la casa delle corporazioni, tutti hanno ottenuto dei vantaggi sia burocratici che economici. Dietro il pagamento di un compenso proporzionale al disturbo, Moro riesce ad oliare le persone giuste per risolvere i problemi. Le spese sono sostenute dalla corporazioni mentre Osvaldo compie il lavoro diplomatico e sporco. Pochi sanno che Osvaldo è un abile stregone con una predisposizione naturale all'ammaliamento. Osvaldo però non abusa mai dei suoi poteri, preferendo la dialettica alla magia.
Fabbro, l'incudine delle meraviglie
Questo fabbro è divenuto famoso più per il nome della sua attività che per la sua bravura. Il nome sembra infatti un esplicito riferimento sessuale. Il proprietario è il bello e avvenente Sebastiano (mezz'elfo cittadino adulto Esp6 NB) e sembra sia un grande "amante" nonostante le sue mani siano nodose e il suo fisico temprato dal lavoro. Le sue abilità come fabbro sono medio alte, ma il lavoro non gli manca poiché la sua fama arriva fino a porto. L'anima del commercio è saper far parlare di se e Sebastiano c'è riuscito benissimo. A seguito di questa sua fama altri fabbri in città hanno provato a rifarsi il nome, per esempio se cercate in città troverete "il martello più duro" o "arnese del mestiere", però nessuno è riuscito a spodestarlo. La corporazione dei fabbri su invito della chiesa della Divina Verità, ha vietato ai suoi appartenenti l'utilizzo di nomi con riferimenti sessuali troppo espliciti.
I ladri del cielo.
Nonostante il nome pittoresco, i ladri del cielo sono una piccola corporazione di ladri che prova a farsi strada nel quartiere. Sono pochi ma pericolosissimi. Compiono pochi ma mirati furti ed in alcuni casi anche omicidi. Il loro capo è Cassio (mezz'elfo cittadino adulto Lad7/Bard7 LM) un ex avventuriero proveniente da Nimphea. Cassio è un nobile decaduto, ma questo particolare lo tiene per se e non è noto ai suoi più stretti colleghi. La corporazione che dirige è di 9 elementi, tutti abili e scaltri, 4 dei quali ex avventurieri come lui. Il più temibile è soprannominato Cranio (mezz'orco cittadino adulto Guer15) suo braccio destro e consigliere. Cassio crede molto nella competenza, nella segretezza e nel mantenere un profilo basso. Non ammette nel suo gruppo persone fastidiose, vanitose, sbruffoni e incompetenti (aggiunta per il master: che non siano di livello inferiore al 9°).
Locanda alla corporazione
La locanda alla corporazione è economica e pulita, sobria nelle rifiniture ed essenziale nel servizio. Un pò fuori mano rispetto al porto e al quartiere dei divertimenti, viene comunque scelta per il suo costo e la sua pulizia e per chi vuole soggiornare senza dare troppo nell'occhio. La locanda è gestita da Mariella Primola (umana cittadina adulta Esp3 N) un "pupazzo" della rete. Mariella è una donna bella ma semplice nel modo di vestire e di parlare. Vedova (suo marito era un mercenario dei Teschi) ha due figli di 5 e 8 anni, dei piccoli teppisti.
Negozio l'emporio del minatore
L'emporio tratta articoli di uso quotidiano per i cittadini del quartiere e non possiede nulla di interessante per gli avventurieri. Il proprietario è una marionetta della rete con il ruolo di infiltrato. Il suo nome è Alvaro detto l'orbo (umano maschio adulto Lad10 NM) poiché porta una vistosa benda sull'occhio destro perduto da giovane. Alvaro al suo posto porta un occhio di vetro in grado di rilevare l'allineamento. In gioventù era un sicario delle Maschere (i ladri più potenti dell'impero) ed era conosciuto come Claudio il silenzioso. A seguito dell'ordine di venir ucciso, fuggì e fece perdere le sue tracce a Sottoimpero dove perse l'occhio lavorando per la famiglia dei Carnaiani. Confidando nel nuovo aspetto decise di tornare a vivere in una città imperiale in cui le Maschere fossero meno presenti. Scelse Iadera dove incontrò Vittorio Sette un abile burattino, che gli fornì una casa, un lavoro e un nuovo nome. Alvaro conduce la sua vita con un profilo bassissimo e nessuno sospetta il suo passato e le sua doppia vita.
TORNA A IADERA
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