Se il quartiere degli orafi è il quartiere produttivo e più ricco si Iadera, il quartiere dell'Arena è il quartiere dei divertimenti in cui gira molto denaro e in cui si può diventare ricchi o poveri in poco tempo. E' chiamato in questo modo per la presenza di un'Arena molto grande in grado di ospitare 5000 persone. I cittadini di Iadera amano le sfide e scontri fisici tra animali e uomini ed animali. Sia nell'Arena che nel vicino circo si disputano corse di cani, di cavalli, scontri tra galli, scontri tra cani e combattimenti tra uomini e animali, ma la sfida più famosa è la Sfida del Gaglioffo, tra un criminale e il toro (simbolo della città). Sono presenti altri svaghi e divertimenti in questo quartiere che è sicuramente il più movimentato e pericoloso della città volante.
Descrizione dei luoghi del quartiere
Arena di Iadera
Questa grande costruzione dalla forma ovale può ospitare fino a 5000 persone. L'arena ha 11 secoli e nel corso dei decenni ha subito numerose ristrutturazioni ed ampliamenti l'ultimo dei quali 158 anni fa. Come già descritto più sopra gli abitanti di Iadera amano le sfide e gli scontri fisici tra animali e uomini ed animali. Il confronto più famoso è la Sfida del Gaglioffo. Un'antica legge cittadina recita che un criminale può aver condonata la propria pena e tornare cittadino libero se affronta un toro a mani nude. Lo scopo del Gaglioffo non è uccidere il toro ma di farlo cadere a terra in modo tale che ambedue le corna tocchino il terreno. Sono pochi i criminali che sopravvivono a tale sfida a volte per bravura altre volte per fortuna. I recidivi affrontano due tori contemporaneamente, ma nessuno finora è sopravvissuto. La Sfida del Gaglioffo è un vero evento tanto che vi assistono le famiglie nobili (o dei loro rappresentanti). Attorno all'arena vi sono alcuni allibratori abusivi, ma ad avere l'esclusiva sulle scommesse all'interno dell'Arena è la famiglia nobile dei Ribaldi. L'arena appartiene al Consiglio cittadino e chi vi lavora è al soldo della città. La presenza di Ribaldi è esclusivamente per la gestione delle scommesse sportive. Un notaio garantisce che gli animali non subiscano potenziamenti magici o vengano drogati prima delle gare.
Banchi dei pegni
In un quartiere in cui si gioca d'azzardo e si scommette molto non potevano mancare numerosi banchi dei pegni. Il più organizzato e protetto è quello della famiglia nobile degli Orlandi. Tale banco è un po' il punto di riferimento di molti altri del quartiere che sorgono e scompaiono come funghi. Il banco dei pegni degli Orlandi si distingue poiché al suo interno il personale è in grado di identificare il magico (e quindi può prendere in pegno anche oggetti magici) e può disporre di una cassaforte molto protetta in cui custodire denaro e oggetti preziosi.
-Casa da gioco L'ultimo paga
La famiglia nobile dei Biscalli gestisce questa casa da gioco molto grande e dalla forma circolare con due ingressi separati per tenere distinti i cittadini e i borghesi dai nobili. La sezione dedicata ai nobili è lussuosa, mentre l'altra, più grande, è comunque di buon livello. All'interno si possono trovare molti giochi di dadi e di carte e il personale è addestrato per riconoscere chi utilizza mezzi magici per barare. La casa accetta puntate fino a 10 nobili per giocata anche se tale somma di denaro viene spesa solo da nobili e ricchi mercanti.
-Casa da gioco L'appeso
La famiglia nobile dei Gaudio gestisce questo locale da gioco, un pò unto ed evitato dai nobili. All'interno non vi è un limite ufficiale per giocata e questo incoraggia molti cittadini disperati a provarle tutte. All'interno vi sono alcuni impiegati della casa che hanno il compito di fare credito agli avventori in cambio di qualche garanzia. Il nome della casa deriva da un'usanza barbara di appendere chi non può pagare i propri debiti a testa in giù. Il malcapitato viene fatto oscillare come un pendolo lungo un parete mentre a distanza di 5 metri sono posti 6 avventori bendati, "presi a caso", con il compito di lanciare tre coltellacci ciascuno. Se l'appeso sopravvive vede condonati i suoi debiti con la casa da gioco. La casa è solita raccogliere molti soldi con le scommesse sulla vita o sulla morte del debitore. Anzi molti clienti amano questo genere di scommessa e l'attendono con impazienza. Le probabilità di vittoria vengono assegnate di volta in volta dal Maestro di cerimonia il quale ha lo scopo di valutare sia l'appeso e le sue capacità di schivare i pugnali e sia i lanciatori. Anche i lanciatori hanno interesse a colpire l'appeso, infatti per ogni colpo andato a segno possono guadagnare un pò di mercanti(ma).
-Casa da gioco Buona Fortuna
La famiglia nobile dei Ribaldi gestisce questa casa da gioco. Dispone di numerosi privé per nobili e mercanti che ne richiedono l'utilizzo in cui si può cenare, giocare in pace, concludere contratti ed altro. La casa di gioco è abbastanza versatile nei servizi e dispone pure di alcune stanze per intrattenere gli ospiti in orari notturni. L'idea che sta alla base di questa casa da gioco è che una volta entrato il cliente non deve aver bisogno di uscire per mangiare e dormire. I servizi di pernottamento e gastronomici sono serviti solo nei privé o nelle stanze ma non sui tavoli di gioco. La casa ospita ogni giorno bardi per allietare gli ospiti con buona musica. Il personale non tollera clienti chiassosi e maleducati.
-Casa da gioco Un altro giro
Questa è la casa da gioco più strana e famosa di tutta Iadera. La famiglia nobile dei Savelli 12 anni fa ebbe un'intuizione geniale ovvero convertire la precedente casa da gioco poco fortunata in una casa da gioco in cui sarebbe vinto da bere. I giocatori acquistano pinte di birra, scommettono pinte di birra e vincono pinte di Birra. L'unica regola è che i vincitori non se ne possono andare senza averla bevuta o consumata tutta. A questo proposito esistono vari modi per consumare la birra come farci il bagno con "servizio" in camera (il sogno di molti viaggiatori, cittadini e avventurieri). In questo locale naturalmente si serve da bere, ma ci si può sedere solo se si gioca. Molti mercanti e viaggiatori quando visitano Iadera fanno almeno una visita in questo locale su cui circolano molte leggende per lo più fasulle.
-Casa di piacere 7 desideri
La famiglia nobile dei Gaudio fu una delle prime ad aprire una casa di piacere con una sezione apposita per nobili e borghesi di lusso. A seconda del ceto sociale gli ingressi sono separati e così pure i prezzi. I Gaudio puntano ad un servizio esclusivo di qualità e le prostitute sono solo umane e mezz'elfe. La matrona è madame Farfalla (umana borghese adulta Esp9 N +4 car sopra alla media) una donna del mestiere che ha saputo utilizzare bene le sue grazie ed arti per ritagliarsi un posto a Iadera. Il suo vero nome è Lizia ma a parte questo nessuno conosce le sue vere origini. Madama permette solo a pochissime persone di chiamarla per nome. E' ancora una donna piacente, molto appariscente, dai modi garbati. Fuma tabacco tramite un bocchino finissimo e lungo e ciò aumenta il suo fascino. Non esercita più la professione, ma si concede solo per piacere ad alcuni ed esclusivi ospiti o conoscenti.
-Casa di piacere Un quarto di luna
La casa di piacere della famiglia nobile dei Savelli si distingue per gli interni blu decorati con spicchi di luna gialli. Le colonne sono argentate così pure i tavoli. L'ambiente è molto chic ed adatto ad un pubblico ricco. Non vi sono ingressi separati per status sociale poiché a scremare la clientela ci pensa il prezzo. I servizi della casa sono molto diversi e vari e non li descriviamo per decenza. Al suo interno molte morbosità umane vengono soddisfatte tanto che in città corrono molte leggende sul genere di appuntamenti che vi si svolgono all'interno. Claudia Panza (umana borghese adulta Lad7 N +2 car sopra alla media) gestisce questa casa con capacità. E' una donna formosa, avvenente nonostante l'età, indubbiamente brava a manipolare con le parole i clienti. Ha una cicatrice lunga e profonda sotto all'avambraccio destro, per tale motivo porta sempre dei guanti sottilissimi neri molto lunghi. Odia madama Farfalla per una mera questione di concorrenza.
Chiesa degli Angeli
L'attuale tempio della chiesa degli Angeli è sorta a Iadera in questo quartiere al posto di un magazzino di proprietà dei Conti di Amaranto. La costruzione è ancora in costruzione finanziata in parte dai conti ed in parte dai fedeli. La sala del popolo è già stata inaugurata ed è attualmente utilizzata per le celebrazioni e i matrimoni. Il vescovo della chiesa è Giulio Uulius (umano maschio nobile alato adulto Ch14 LB) nativo di Nimphea e qui approdato per diffondere il culto su invito dei conti di Amaranto. E' consigliere cittadino di diritto e parteggia per i suoi principali finanziatori, ovvero i Conti di Amaranto che fanno parte della fazione della Rosa. Giulio è uomo illuminato e saggio. Trascorre le sue giornate a leggere, meditare e confessare. Conduce una vita sobria, senza sprechi e per tale motivo è molto apprezzato dalla gente di Iadera.
Circo di Iadera
Iadera è conosciuta da tutti gli artisti da strada per la presenza di un'area fissa in città denominata "circo", ma che in realtà è un piccolo quartiere adibito all'arte circense. Nel corso dei secoli Iadera divenne un luogo di incontro di numerosi artisti alcuni dei quali si stabilirono definitivamente. In città vivono circa 220 artisti che lavorano stabilmente al circo, mentre altri artisti itineranti passano in città per confrontarsi ed imparare nuovi numeri. Il consiglio del circo è formato da tre persone le quali stabiliscono gli spettacoli, gli affitti per gli artisti itineranti e i compensi. Decio Gaio (umano borghese adulto Esp12 N) è il contabile, Amilcare Dondolo (gnomo borghese anziano Lad17 CN) è il direttore artistico, mentre Gianduia (mezz'elfo borghese adulto str15 LN) è il responsabile della sicurezza della comunità degli artisti. I nobili hanno tribune riservate ed in taluni casi (quando c'è un numero nuovo) gli spettacoli si svolgono presso le loro ville. Il circo e i suoi artisti pagano le tasse come fossero un'entità unica e non tanti singoli individui. All'interno del circo oltre ai spettacoli circensi si disputano battaglie tra galli, tra cani ed altri piccoli animali. Le scommesse sono gestite dal personale del circo.
Locanda Il miglior posto
Se siete dei borghesi e cercate una locanda di lusso questa fa per voi. La locanda è di proprietà della famiglia nobile dei Laurenti. La locanda è dotata di ogni confort anche se mantiene uno stile sobrio ed elegante come piace ad alcuni mercanti. La sua posizione è nei pressi dell'Arena cittadina. Gestisce la locanda per conto dei Laurenti Marcolino Corredo (halfling cittadino adulto Esp8 LN) un halfing originario di Vertere che ha servito alla corte del Doge.
Locanda la nave del cielo
Questa è certamente una locanda molto pittoresca, ricavata da una nave pirata destinata ad essere smantellata. La locanda si trova tra il quartiere dei Minatori e il quartiere dell'Arena, lontano dai principali luoghi d divertimento. La sua strana forma però attira i viaggiatori e passanti tanto che nei dintorni sono nati alcuni negozi e piccoli esercizi di ristorazione. Di giorno la zona è molto trafficata, di notte invece abbastanza tranquilla. Il proprietario è Talete Decio (mezz'elfo borghese adulto Bard12 NB), un ex avventuriero che ha deciso di investire in questo modo i guadagni di una vita e tenersi fuori dai guai. Nei pressi della locanda un altro ex avventuriero amico di Talete ha aperto Il corno spezzato.
Negozio Il corno spezzato
Il corno spezzato è un negozio di articoli magici e cianfrusaglie varie sorto nei pressi della locanda La nave del cielo. E' stato aperto da Augusto Polo (umano borghese adulto Guer2/mag7 N) un ex avventuriero amico di Talete, il proprietario della Nave del cielo. Il nome deriva dall'elmo con il corno spezzato che campeggia nella sala principale dietro al bancone del proprietario. L'elmo apparteneva a Claudio Polo, fratello di Augusto, morto nella loro ultima avventura. Il trio formato da Augusto, Claudio e Talete si faceva chiamare la compagnia bendata, per via di una loro primissima avventura in cui sfuggirono a dei sicari nonostante fossero bendati. La morte di Claudio segnò la fine della compagnia e i due sopravvissuti decisero di appendere il mantello al chiodo.
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