Portolibero è una "comunità libera" di circa 500 abitanti costruita attorno a 6 scogli che sporgono dal mare. Tali scogli prima dell'innalzamento delle acque erano la vetta del Monte Cavo chiamato in questo modo per le numerose caverne di umanoidi che vi abitavano. Le prime zattere e barche si unirono attorno agli scogli già nel 15 N.E. costruendo una struttura abbastanza stabile, ma la comunità ha subito nel corso degli anni numerose trasformazioni. La più importante vide la guerra per il dominio della comunità tra due famiglie di criminali, la Vellomoro e la Norreno. Uscì vittoriosa la Vellomoro che tutt'ora domina con pungo duro la comunità. Questa comunità prese il nome di "Portolibero" nel 23 N.E. su intuizione della famiglia Vellemoro che volle chiamare la comunità con un nome rassicurante al fine di richiamare disperati e rifiuti vari e poterli sfruttare per far sopravvivere la comunità. Infatti in taluni casi Portolibero è l'ultima spiaggia per chi ha perso tutto o chi è stato espulso dall'impero. Se si è utili ai Vellomoro può darsi che si trovi un impiego, se invece non si possiede nulla è probabile che si venga venduti come schiavi ai Giganti del gelo.
Uno sguardo alla comunità
La comunità libera di Portolibero appare come un'accozzaglia di relitti, zattere e case galleggianti tenute assieme in qualche modo e sovrappopolata a dismisura. Gli abitanti sono gente che non ha nulla da perdere e sbarcando si avverte una minaccia continua ai propri averi e alla propria pelle. Brutti, sporchi, sudici, bruciati dal sole, tanti ratti pronti a sbranarsi gli uni con gli altri. Se si è sprovveduti è probabile che non si riesca a compiere più di 20 metri oltre ai moli. Per tale motivo le guardie della comunità sorvegliano il porto e scremano gli arrivi. Allungare una mancia alle guardie di 3-4 mercanti permette di sbarcare senza complicazioni. Gli abitanti sono tenuti assieme dalla paura per la famiglia Vellomoro e dai debiti che hanno nei suoi confronti. Per denaro possono fare di tutto ma non tradire la "famiglia". Solo una cosa spaventa la famiglia, le navi militari imperiali.
Struttura della comunità
La comunità non possiede una forma precisa ed ordinata, si è semplicemente sviluppata attorno al nucleo centrale ancorato agli scogli. Vi sono dei moli ufficiali per le grandi navi e le barche, ma piccole imbarcazioni possono in teoria attraccare ovunque. La comunità non ha un vero e proprio sistema difensivo, complice il fatto che contro le navi imperiali non avrebbero comunque speranza e i pirati del mare non sono assalitori ma clienti. Attorno agli scogli e sotto alla comunità il pesce è abbondante ma esistono comunque dei pescherecci che lavorano per la famiglia. Sotto alla struttura vi sono delle reti da pesca a maglia larga che permettono il passaggio del pesce ma non di uomini o di Namor, questo per misure di sicurezza (le reti tuttavia possono venir tagliate). All'interno del porto galleggia la Locanda della fortuna, unica locanda dove soggiornare. Lungo la banchina principale che conduce dal porto alla residenza dei Vellomoro si trovano le uniche locazioni interessanti per un visitatore. L'ufficio dei Teschi (una compagnia mercenaria), l'emporio del marinaio e l'ufficio dell'anagrafe e delle gabelle. Dietro alla residenza di Vellomoro si trovano le prigioni della comunità.
La vita a Portolibero
La vita a Portolibero non è delle più facili, gli abitanti residenti sono organizzati secondo uno schema fisso deciso dalla famiglia Vellomoro per cui lavorano e con cui sono indebitati. Ci pesca, chi rammenda, chi cucina, chi macella, chi tesse, chi fa l'esattore, chi il boia a seconda delle proprie capacità e attitudini. Chi sbarca senza averi può richiedere un prestito e un alloggio ai Vellomoro che deve restituire prima di andarsene. Il tasso d'interesse è molto alto e si finisce per diventare schiavi da tale famiglia, almeno fintanto che gli si è utili. Ripagare il debito lavorando per la famiglia è impossibile, ecco perché a volte gli abitanti compiono dei furti gli uni verso gli altri o nei confronti dei visitatori al fine di racimolare denaro. Una scappatoia a questa vita è diventare mercenario, però non tutti sono all'altezza di tale compito. Alla locanda e nei moli è possibile incontrare dei pirati che fanno tappa a Portolibero. La famiglia sa che non può ospitare pirati e in caso di perquisizione di una nave imperiale potrebbero insorgere seri problemi. Per tale motivo esiste una tassa per la pirateria e un mutuo compromesso. I pirati pagano la tassa ed ottengono protezione, allo stesso tempo non danneggiano la comunità. Gli unici che vivono bene a Portolibero sono i componenti della famiglia i quali sono gli unici residenti a godere di una certa libertà e diritti. Non vi sono molti svaghi per i visitatori, tranne il bere, il gioco d'azzardo e le donnacce. A volte è possibile incontrare qualche elfo selvaggio presso la comunità, qui presente per raccogliere notizie sull'impero, ma non per divertirsi. La comunità è multietnica con un 30% di umani e un 30% di mezz'elfi a seguire le altre razze.
La dieta della comunità
La lotta per l'acqua è una delle maggiori preoccupazioni della governatrice. L'acqua si raccoglie in cisterne solo dalle precipitazioni e se queste scarseggiano bisogna importarla. L'acqua costa quanto la birra. Gli alcolici alla locanda sono disponibili a prezzi molto alti e sono tutti d'importazione. La dieta vede il consumo prevalente di pesce, seguito da uova, pollame(raramente), carne di maiale (rarissime volte all'anno), frutta e verdura prodotta negli orti con molta difficoltà. La gestione degli orti, delle sementi, del cibo per gli animali è complessa e in continuo precario equilibrio. Il pane o altri impasti sono rari e solo frutto di scambi ed acquisti, mentre la cottura dei cibi è il vero neo. La governatrice dispone di un oggetto magico per la cottura dei cibi acquistato nelle città dell'impero. I disperati che ricevono udienza dalla governatrice lo fanno ad ora di pranzo ed assistono senza poter partecipare a piccoli banchetti. La governatrice ama mangiare cibi cotti davanti ai disperati per incrementare la soggezione che provano. Il pesce si mangia essiccato, le uova si cucinano al sole o crude, più complessa è la cottura del pollame o dei maiali che avviene in date prestabilite.
Come raggiungere la comunità
La comunità ha una posizione fissa poiché è ancorata agli scogli del monte cavo. La comunità è situata a sud dei territori degli elfi selvaggi e a nord ovest della città imperiale di Esperanto.
Forma di Governo
La città è governata dalla famiglia Vellomoro e dalla sua matrona, l'anziana e sadica Governatrice Rebecca Vellomoro. Rebecca ha conquistato la comunità nel 23 N.E. e da allora la domina con l'ausilio dei suoi figli e numerosi nipoti. Il segreto del suo lungo dominio sta nella sua famiglia e nei legami famigliari. La famiglia viene prima di tutto, tutto il resto sta al di sotto. Rebecca legifera, comanda, si trattiene solo dall'eseguire compito che lascia ai suoi figli e sicari. Portolibero è lei e lei è Portolibero. Ultimamente l'età comincia a fargli qualche scherzo e si notano alcuni segni di squilibrio e demenza e tra i figli serpeggia un forte desiderio di imporsi sopra agli altri. Rebecca sa bene che alla sua morte la comunità rischia di sfaldarsi e sta lavorando sodo nel poco tempo che le rimane per sistemare le cose tra i figli.
Le navi e i trasporti di Portolibero
Portolibero possiede piccole imbarcazioni utilizzate come pescherecci, due navi a vela piccole e due lance volanti, una personale per la Governatrice ed una a disposizione del figlio Leonardo.
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